GAY BOOKS: L’INSERV MI HA MESSO SOTTO 2

Se te lo sei perso, leggi qui il primo pezzo de ” L’INSERVIENTE MI HA MESSO SOTTO “. La storia parla di Martin, uomo etero che segretamente legge gay books, e che si ritrova sottomesso da un inserviente molto più alto di lui, e sudamericano. Gli elementi di questo gay romance book sono il bdsm, l’affetto omoerotico, e la differenza di altezza e di etnia.

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Martin era a casa, un pò sconvolto da quello che era successo.

Era stato con uomini quando era un adolescente, ma poi quella fase della sua vita si era chiusa, e l’aveva marchiata come semplice sperimentazione.

Fino a quella sera.

La sua bocca gli sembrava stranamente asciutta. Bevve acqua, ma la sensazione rimase.

“Forse la mia gola desidera soltanto sperma” pensò per un attimo, e prima che potesse allontanare quel pensiero, si rese conto che era vero.

Accese il computer, ed andò su facebook.

Voleva trovare il profilo dell’uomo che gli aveva infilato l’uccello in bocca, ma non aveva idea di come fare.

Pensò di chiamare la sua amica Alma, esperta nel fare stalking sui social, ma così si sarebbe sputtanato.

Cercò la pagina dell’azienda, e controllò i mi piace degli ultimi quattro post.

Si mise a scorrere i nomi e le facce uno dopo l’altro, ma non trovò nulla.

Improvvisamente, trovare quel profilo era importantissimo, sentiva un bisogno fisico di osservare meglio quell’uomo, e di sapere se era sposato e altre info su di lui.

Dopo una ventina di minuti, sbuffò.

Non ce l’avrebbe fatta da solo.

Cercò nella rubrica il contatto di Alma, e fece partire la chiamata.

Cosa le avrebbe detto? Non ne era nemmeno sicuro.

<<Hey Martin!>> disse la donna, dall’altro capo del telefono.

<<Ehi, Alma! Non eri già a letto, vero?>>

<<Noooo macchè, mi hai preso per una vecchia? Stavo guardando Grey’s!>>

<<Meno male, ti devo chiedere una cosa. Devo trovare il nome e il cognome di una persona>> ( gay books)

Lei assunse un tono diverso, più attento ed eccitato.

<<Ti sei rivolto alla persona giusta!>> esclamò lei <<Cosa sai di questa?>>

Martin rimase interdetto un attimo.

<<Veramente è un uomo>> disse poi <<Lavora come inserviente per la compagnia per cui lavoro, e ho una specie di conto in sospeso con lui>>

Attese la risposta, sperando che lei non facesse altre domande.

<<Ok, ma se non sai nemmeno il nome sarà un pò difficile. Però aspetta>>

Martin attese per una trentina di secondi.

<<Allora, sono sulla pagina instagram della ditta di pulizie che si occupa del tuo ufficio…c’è una foto con cinque inservienti, ora te la mando, dimmi se è uno di loro>>

Martin era stupito dalla sua efficienza.

<<Ok, sei una potenza cazzo>>

Dieci secondi dopo, Martin mise il vivavoce ed aprì il messaggio whatsapp che l’amica gli aveva inviato.

Il cuore gli saltò quando notò una delle figure che spiccava nettamente sulle altre.

Era lui! Il quarto da sinistra, l’unico con i tatuaggi e così alto.

E anche bono, aggiunse una parte del suo cervello che non ne poteva più di non essere ascoltata.

<<E’ il quarto da sinistra! Non ci posso credere, l’hai trovato, e pure in poco tempo!!>>

Alma aveva un tono decisamente soddisfatto.

<<Cosa ti aspettavi, so il fatto mio! Comunque ora vedo di trovare il nome, e ti mando un messaggio…sarà una cosa più lunga, potrei metterci anche sette o otto minuti>>

<<Sei un mito! La prossima birra da Larousse la offro io!>>

<<Bè, con queste premesse avrai il nome fra 5 minuti, invece che otto!>>

Si salutarono, e Martin rimase sul divano, a guardare incessantemente il cellulare, finchè, sei minuti dopo, arrivò il messaggio di Alma.

“ Si chiama Alberto Gutierrez, questo è il suo profilo”

Martin non perse tempo, e cliccò sul link senza nemmeno rispondere all’amica.

Gli si aprì il profilo dell’uomo, e si accorse con piacere che era strapieno di foto.

Aveva 2400 followers, e un sacco di like.

Si soffermò in particolare su una foto di Alberto mentre era in palestra, a torso nudo.

Aveva pettorali possenti, addominali corposi ma non super disegnati, e una quantità di peli abbastanza generosa.

Martin tamburellava col piede sul pavimento, chiedendosi cosa avrebbe fatto.

Era da tempo che non faceva sesso: concentrandosi sul lavoro era facile, e poi non è che ci fossero tantissime persone donne a provarci con lui.

Martin non era tipo da fare cose fuori dalla norma, o che potessero attirare l’attenzione. Stando a testa bassa e lavorando duro, non gli era mai mancato un tetto sopra la testa, nè dei soldi con cui acquistare delle skins per i suoi personaggi di Fortnite.

Ma ora sentiva mancargli qualcosa, per la prima volta da tempo.

Ad un tratto si alzò di scatto, e si diresse verso il bagno.

Si guardò allo specchio, e si chiese se uno come lui poteva avere una vera speranza con un ragazzo bono come Alberto.

Vide un uomo dal viso carino, basso, certo, ma probabilmente interessante.

I suoi occhi erano di un colore indefinibile, scuro ma che a volte diventava verdino. Non aveva una barba folta, ma soltanto un pizzetto, che gli sembrò scemo, in quel momento.

La sua bocca probabilmente era bella, piena, e il nasino alla francese forse avrebbe potuto piacere a qualcuno.

Era il fisico il problema.

Non era grasso, ma non aveva nemmeno gli addominali in evidenza.

Stare vicino ad Alberto lo aveva impaurito, oltre che eccitato, e non voleva sentirsi così.

Mentre rifletteva, si andò a buttare sul letto, e senza accorgersene prese sonno.

Si trovava in un bosco, con alberi altissimi intorno a lui, ed era completamente nudo. Non sentiva freddo, e nemmeno imbarazzo.

Non c’era un vero e proprio sentiero, l’intrico di alberi era fitto, e nella testa, chissà perchè, aveva la canzone “Out of the woods” di Taylor Swift.

Si diresse in avanti, cercando un posto dove mettere i piedi tra le radici grosse come arpioni.

Sbucò in una radura, e in quel momento il terreno fu scosso da un tremore, e delle luci violette trafissero tutto, alberi, massi e i singoli fili d’erba.

Una figura enorme discese dal cielo, e si fermò di fronte a Martin.

Dopo qualche istante, il fulgore di impallidì abbastanza da permettergli di osservare.

Era un essere con due ali enormi, e con un corpo muscolosissimo.

Senza dubbio non era un angelo, sembrava più un centauro con le ali.

Doveva essere almeno due metri e mezzo, se non tre metri. Sulla parte inferiore del corpo, proprio sopra all’inizio di due gambe spesse come una cinquina di pali della luce messi accanto, c’erano sei membri, disposte in due serie da tre.

Sembravano grandi almeno il doppio di un normale membro, e Martin fu improvvisamente investito da una scia.

Anche se era a più di 5 metri di distanza, un odore dolcissimo gli andò contro.

Gli penetrò nella narici, e in quel momento fu perso.

Sotto lo sguardo saggio e volubile della creatura, Martin si diresse quasi correndo verso i peni.

Si attaccò al primo che gli finì a tiro, e prese a leccarlo, ma quando provò a inserirlo in bocca, si rese conto che era troppo grosso.

Nel frattempo gli altri peni ondeggiavano, colpendolo alle braccia e sulla faccia.

Improvvisamente il pene che aveva sulla bocca cominciò a cambiare: divenne più lungo, e meno grosso.

Non dovette fare alcuno sforzo: il pene gli andò in fondo come nessuno era mai andato in una gola umana.

Temette di non riuscire a respirare, ma nel frattempo avvertiva tutto il suo canale umido e umettato, unto da una sostanza che in qualche modo lo stava nutrendo, o almeno così sembrava.

Uno degli altri peni cominciò ad attivarsi. Si fece anch’esso più lungo, ma molto più dell’altro.

Scivolò sulla schiena di Martin, accarrezzando la sua pelle rovente per l’eccitazione.

Divenne gradualmente più stretto e ancora più sinuoso, ma sempre più grosso di un normale membro.

Quando arrivò vicino alle natiche, si drizzò come un serpente che si prepara a colpire.

Ebbe seriamente paura, ma quasi non aveva modo di pensarci, perchè il pene pulsante nella sua gola non la finiva di muoversi. Cercò di serrare le labbra per dargli fastidio, ma era come cercare di contenere un rinoceronte in un recinto fatto di legno.

L’altro pene stava per entrare, quando quello in bocca prese ad eiaculare.

Immediatamente gli altri peni si gonfiarono, e nell’arco di tre o quattro secondi, ricevette almeno un litro di sperma sul suo corpo, riversato ovunque.

In quel momento si svegliò, in un bagno di sudore, e con il pene di marmo.

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